Sentite Condoglianze da tutto lo staff dello studio Dott. Vincenzi

Cara Tata, ti chiamo come ti abbiamo sempre chiamata noi quattro fratelli. Sei entrata in casa nostra prima che noi nascessimo e ne sei uscita solo quando ti sei sposata, dopo che era uscito l’ultimo di noi. Eri parte della famiglia. Sei stata importantissima per noi quattro, per la nostra educazione quindi per la nostra vita. Se dicessi che sei stata una seconda mamma, farei un torto a nostra madre e non potevi essere una sorella maggiore, perché troppo più “grande” di noi; piuttosto sei stata una zia, una di quelle zie che non si sposano, o lo fanno tardi, e che, restando in casa del fratello o della sorella, vivono i nipoti come propri figli, amandoli e dando tutta sé stessa per il loro bene. Quando parlavi con la mamma e ti riferivi a noi, dicevi “i nestris”, i nostri, perché eravamo anche tuoi frûts. Ci hai insegnato a vivere serenamente anche i momenti di sofferenza, perché tu pensavi sempre a chi sta peggio., proprio tu che non hai certo avuto una vita facile, sin da quando hai iniziato a lavorare a 7 anni, sin da quando, ancora bambina, hai scoperto che tuo papà era morto improvvisamente. Avevi un senso della giustizia e dell’equità quasi maniacale: ti ricordi quando qualcuno regalava a te delle caramelle? Tu le mettevi sul tavolo e poi le dividevi tra noi quattro: ma non facevi quattro mucchietti a occhio: invece le dividevi una alla volta, di fronte a tutti, per non far torto a nessuno: una, una, una, una; due, due, due, due. Eri generosa: non c’è nessuno che si sia rivolto a te e sia tornato a mani vuote. Noi, ma anche i tuoi parenti ed i tuoi amici. Avevi una religiosità profonda, fatta non di avemarie, ma di boschi, di fiori, di erbe e di uccellini, fatta soprattutto di azioni concrete, di cose che aiutano, di cose che restano, di cose che vanno al cuore della religiosità, perché fatte in nome di Qualcuno che sta sopra di noi e di cui siamo tutti figli. Ma non eri mica tutta farina da far ostie! Quando avevi dei contrasti con noi o coi nostri genitori, eri capace di tenere il muso per giorni. Oppure quando ti mettevi in testa una cosa, non c’era modo di farti cambiare idea neanche a cannonate. Ma eri scolpita con l’ascia: le vie di mezzo non sono mai state il tuo forte. Ed anche questo carattere cjargnel, nel bene e nel male, ce lo hai trasmesso, ormai fa parte di noi e ce lo teniamo con orgoglio e gratitudine. Adesso hai trovato di nuovo tuo papà, tua mamma, Natalina e tutti i tuoi cari che hai conosciuto e che ti aspettavano. Riposa in pace, Tata cara Giuli